29 marzo 1978
Comunicato n° 3 - La sera del 29 marzo, poco dopo le 19:30, contemporaneamente quattro telefonate avvertono le redazioni del "Secolo XIX" a Genova, del "Messaggero" a Roma, della "Gazzetta de Popolo" a Torino e del "Corriere della Sera" a Milano sulla presenza di un terzo comunicato delle Br. I comunicati sono contenuti in buste arancioni di tipo commerciale. Insieme al comunicato è presente la fotocopia di una lettera autografa di Aldo Moro indirizzata al Ministro degli Interni Francesco Cossiga.
A Roma il comunicato viene fatto trovare nelle vicinanze di Piazza del Gesù sede della Democrazia Cristiana
Comunicato n° 3
BRIGATE ROSSE
L'interrogatorio, sui cui contenuti abbiamo già detto, prosegue con la completa collaborazione del prigioniero. Le risposte che fornisce chiariscono sempre più le linee controrivoluzionarie che le centrali imperialiste stanno attuando; delineano con chiarezza i contorni e il corpo del "nuovo" regime che, nella ristrutturazione dello Stato Imperialista delle Multinazionali, si sta instaurando nel nostro paese e che ha come perno la Democrazia Cristiana.
Proprio sul ruolo che le centrali imperialiste hanno assegnato alla DC, sulle strutture e gli uomini che gestiscono il progetto controrivoluzionario, sulla loro interdipendenza e subordinazione agli organismi imperialisti internazionali, sui finanziamenti occulti, sui piani economici politici militari da attuare in Italia, il prigioniero Aldo Moro ha cominciato a fornire le sue "illuminanti" risposte. Le informazioni che abbiamo così modo di recepire, una volta verificate, verranno rese note al movimento rivoluzionario che saprà farne buon uso nel prosieguo del processo al regime che con l'iniziativa delle forze combattenti si è aperto in tutto il paese. Perché; proprio di questo si tratta.
La cattura ed il processo ad Aldo Moro non è che un momento, importante e chiarificatore, della Guerra di Classe Rivoluzionaria che le forze comuniste armate hanno assunto come linea per la costruzione di una società comunista, e che indica come obbiettivo primario l'attacco allo stato imperialista e la liquidazione dell'immondo e corrotto regime democristiano. Aldo Moro, che oggi deve rispondere davanti ad un Tribunale del Popolo, è perfettamente consapevole di essere il più alto gerarca di questo regime, di essere il responsabile al più alto livello delle politiche antiproletarie che l'egemonia imperialista ha imposto nel nostro paese, della repressione delle forze produttive, delle condizioni di sfruttamento dei lavoratori, dell'emarginazione e miseria di intere fasce di proletariato, della disoccupazione, della controrivoluzione armata scatenata dalla DC, e sa che su tutto questo il proletariato non ha dubbi, che si è chiarito le idee guardando lui e il suo partito nei trent'anni in cui è al potere, e che il Tribunale del Popolo saprà tenerlo in debito conto.
Ma Moro è anche consapevole di non essere il solo, di essere, appunto, il più alto esponente del regime, chiama quindi gli altri gerarchi a dividere con lui le responsabilità, e rivolge agli stessi un appello che suona come una esplicita chiamata di "correità". Ha chiesto di scrivere una lettera segreta (le manovre occulte sono la normalità per la mafia democristiana) al governo ed in particolare al capo degli sbirri Cossiga. Gli è stato concesso, ma siccome niente deve essere nascosto al popolo ed è questo il nostro costume, la rendiamo pubblica.
Compagni, in questa fase storica, a questo punto della crisi la pratica della violenza rivoluzionaria è l'unica politica che abbia la possibilità reale di affrontare e risolvere la contraddizione antagonista che oppone proletariato metropolitano e borghesia imperialista. In questa fase la lotta di classe assume per iniziativa delle Avanguardie rivoluzionarie la forma della Guerra. Proprio questo impedisce al nemico di "normalizzare la situazione" e cioè di riportare una vittoria tattica sul movimento di lotta degli ultimi dieci anni, e sui bisogni, le aspettative, le speranze che essa ha generato.
Certo siamo noi a volere la guerra! Siamo anche consapevoli del fatto che la pratica della violenza rivoluzionaria spinge il nemico ad affrontarla, lo costringe a muoversi, a vivere sul terreno della guerra; anzi ci proponiamo di fare emergere, di stanare la controrivoluzione imperialista dalle pieghe della società "democratica" dove in tempi migliori se ne stava comodamente nascosta. Ma, detto questo, è necessario fare chiarezza su un punto: non siamo noi a creare la "controrivoluzione". Essa è la forma stessa che assume l'Imperialismo nel suo divenire: non è un "aspetto ma la sostanza", l'imperialismo è controrivoluzione. Fare emergere attraverso la pratica della Guerriglia questa fondamentale verità è il presupposto necessario della Guerra di Classe nelle metropoli.
In questi ultimi anni abbiamo visto snodarsi i piani della controrivoluzione; abbiamo visto le maggiori città italiane poste in stato d'assedio, lo scatenarsi dei "corpi speciali" e degli apparati militari del regime contro il proletariato e la sua avanguardia; abbiamo visto le leggi speciali, i Tribunali Speciali, i campi di concentramento; abbiamo visto l'attacco feroce alla classe operaia e alle sue condizioni di vita, l'opera di sabotaggio e repressione delle lotte dei berlingueriani e l'infame compito che si sono assunti per la delazione, lo spionaggio, la schedatura poliziesca nelle fabbriche. Ma abbiamo anche visto dispiegarsi il Movimento di Resistenza Proletario Offensivo.
L'iniziativa proletaria non si è fermata, anzi si è estesa e ha assunto i contenuti e le forme della Guerra di Classe Rivoluzionaria. L'interesse del proletariato, l'antagonismo degli sfruttati verso il loro oppressore, i bisogni e la volontà di lottare per il Comunismo, vivono oggi nella capacità dimostrata dal MPRO di sferrare l'attacco armato contro il nemico imperialista. Questo bisogna fare oggi. Estendere l'iniziativa armata contro i centri economici-politici-militari della controrivoluzione, concentrare l'attacco sulle strutture e gli uomini che ne sono i fondamentali portatori, disarticolare a tutti i livelli i piani delle multinazionali imperialiste.
E' fondamentale pure realizzare quei salti politici e organizzativi che la guerra di classe impone, costruire la direzione del MPRO, assumersi la responsabilità di guidarlo, costruire in sostanza il Partito Comunista Combattente. Solo cosi è possibile avviarsi verso la vittoria strategica del proletariato.
La violenza e il terrorismo dello Stato Imperialista delle Multinazionali, che si abbattono quotidianamente sul proletariato dimostrano che la belva imperialista possiede sì artigli d'acciaio, ma dicono anche che è possibile, colpirla a morte, che è possibile annientarla strategicamente. Come pure non incantano nessuno gli isterismi piagnucolosi di chi, intrappolato nella visione legalista e piccolo borghese della lotta di classe, si è già arreso ed ha accettato la sconfitta finendo inesorabilmente ad essere grottesco reggicoda di ogni manovra reazionaria. Il MPRO è ben altra cosa, e il dispiegarsi della Guerra di Classe Rivoluzionaria lo sta dimostrando.
Portare l'attacco allo Stato Imperialista delle Multinazionali. Estendere e intensificare l'iniziativa armata contro i centri e gli uomini della controrivoluzione imperialista. Unificare il Movimento Rivoluzionario costruendo il Partito Comunista Combattente.
Comunicato n°3 29/03/1978
Per il Comunismo
BRIGATE ROSSE